
9 maggio 1943
Il “Santamarina”
Negli ultimi anni diversi eoliani hanno
ricordato con dovizia di particolari il tristissimo episodio dell’affondamento
del “Santamarina”. Il Comune di Santa Marina ha dedicato un monumento agli
scomparsi, mentre un monumento è stato collocato a Vulcano, nei pressi di Punta
Bandiera, da oltre dieci anni da parte di un privato.
Oggi, senza entrare nell’evento, ritengo giusto ricordare
come l’affondamento del postale eoliano non debba e non possa attribuirsi né ad
un “errore” né ad una fatale circostanza bensì ad una precisa disposizione
operativa, e, pertanto, ad una operazione predisposta e voluta.
Prima di quel 9 maggio 1943 il “Santamarina” era
stato, molto probabilmente, oggetto di avvistamenti e di continue sorveglianze
da parte delle unità sottomarine britanniche senza mai venire attaccato. La
ragione di un tale atteggiamento è, molto probabilmente, da ricercarsi in una
specie di “gentlemen agreement” da
parte di tutti i sottomarini nemici, scienti di avere a che fare con una unità
civile inoffensiva e desiderosi di non causare vittime innocenti. L’affermazione
di cui sopra è confermata dai numerosi attacchi nel quadrante di mare compreso tra
Capo D’Orlando, Capo Milazzo, Capo Rasocolmo e le acque delle Isole Eolie operate
– tra il 1941 ed il 1943 – dalle diverse unità sottomarine britanniche.
Il 31
marzo 1941 il sommergibile “Capponi”, in trasferimento da
Messina a La Spezia per essere messo in disarmo, fu silurato ed affondato a sud
di Stromboli dal sommergibile inglese Rorqual. Nessun superstite fra i 49
membri dell’equipaggio.
Il 27
settembre 1941 il cacciasommergibili “Albatros” fu silurato dal
sommergibile britannico “Upright” e s’inabissò a 8 miglia a nord ovest di Capo
Rasocolmo con 52 membri di equipaggio.
Il 5 gennaio
1942, il sommergibile oceanico “Ammiraglio Saint Bon” mentre
transitava in superficie, al largo di Capo Milazzo, fu avvistato dal
sottomarino britannico “Upholder”, che gli lanciò una sventagliata di siluri,
uno di questi centro l’unità navale italiana che saltò in aria con i suoi 78
membri di equipaggio.

Il mattino del 13 agosto del 1942 gli ottocento
abitanti di Panarea vennero svegliati da due boati provenienti dal mare.
L’incrociatore pesante Bolzano e l’Attendolo
erano stati colpiti da due siluri lanciati da un sommergibile inglese nello
specchio d’acqua davanti all’isola. Dalla spiaggia era possibile scorgere le
sagome delle navi e il fumo denso e nero proveniente dal Bolzano, incendiatosi
per lo scoppio di una caldaia. Attorno i cacciatorpediniere di scorta giravano nervosamente
tentando di localizzare il sommergibile. Dall’isola partirono alcune barche per
prestare soccorso ai superstiti.
Il 3
marzo 1943 un sommergibile affondò a cannonate, al largo di Milazzo, il
Piroscafo “Pier Luigi” di 2571 tonnellate.
Il 10 marzo
1943 viene affondata la nave cisterna “Rosario”, da 5468 tonnellate, da
parte del sottomarino britannico “Trooper” al largo di Capo Milazzo.
Il 27
marzo 1943 il sottomarino “Upholder” violò clamorosamente il porto di
Milazzo, silurandovi il piroscafo “Sidamo” ormeggiato alla Banchina XX
luglio.
Il 24
aprile 1943, sempre la largo di Capo Milazzo, nel corso di un attacco
notturno, fu affondato il piroscafo “Galiola” di 1428 tonnellate.
Prima di affondare il “Santamarina”, il
sommergibile “Unrivalled” aveva
affondato, il 16 febbraio 1943, il Piroscafo Pasubio al Largo di Punta Stilo, e
la nave cisterna “Bivona” a Trapani.
Con la preparazione della operazione Hsky (termine con il quale veniva
convenzionalmente indicata l’invasione alleata della Sicilia) in data 3 maggio 1943 venne redatto dal Quartier
Generale del Generale Sir Harold Alesander il definitivo “Piano strategico
preliminare” il cui primo punto prevedeva la “neutralizzazione” di TUTTI i
mezzi e delle basi navali ed aeree dell’Asse in Sicilia, ai fini d’impedire il
loro impiego in combattimento e nel successivo inevitabile ripiegamento
italo-tedesco nell’Italia continentale. Subito le azioni aeree e navali inglesi
e statunitensi nella Sicilia si intensificarono con attacchi crescenti massicci
e, spesso, indiscriminati. La rigorosa applicazione delle disposizioni
scaturite dal predetto Piano strategico che nella giornata del 9 maggio 1943
condannarono il Santamarina.
Giuseppe La Greca
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